lunedì 3 settembre 2007

Il sogno/1 - Parte Terza





[...]


“Togliti dai coglioni! Lasciami andare!”.
“Ehhh, quanta fretta! E dov'è che vuoi andare?”, il tipo mollò la presa e indicò con la mano l'ambiente in cui si trovavano: adesso era una minuscola stanzetta con la sagoma di Alfredo disegnata sul pavimento dalla luce della luna.
Alfredo sgranò gli occhi, deglutì cercando qualcosa da dire, ma Penna-rossa lo anticipò: “Tu qui senza di noi non puoi fare nulla. Noi siamo disposti ad aiutarti, tu però devi darci qualcosa in cambio”.
“E cosa?”. La ragazza e il cowboy rockettaro, fino a quel momento impassibili, si riscossero alle sue spalle: lei cominciò ad articolare strane parole nella lingua di prima, lui balbettò qualcosa che Alfredo non riuscì a capire, poi Penna-rossa li bloccò.
“Qualsiasi cosa, oggetti, cibo, vestiti, purché provenga dal tuo mondo.”.
“Dal mio mondo? E cosa vuol dire? E poi... che oggetti.. che vestiti....”
“Te l'ho detto, qualsiasi cosa. Per stasera ad esempio va benissimo quell'affare lì”.
Indicò la torcia che Alfredo portava appesa con un gancio alla cinta, per ogni evenienza.
“No! No! No! Io volevo...” il cowboy azzardò una protesta, ma fu prontamente zittito dal suo compare.
“Uuuu, e piantala! Non vedi che non ha niente con sé? Per stasera andrà bene così, poi la prossima volta ti porterà qualche cd va bene? Scusalo – adesso rivolto ad Alfredo – ma è un po' picchiatello, e adora il rock anni '70, tienilo a mente, che ti conviene tenerci buoni, tutti e tre”.
“Va bene ma....”
“Shhht” Penna-rossa ormai ci aveva preso gusto nell'interromperlo e nel dettare le regole “Mentre per la nostra amica.. - la strana ragazza trattenne il fiato guardandoli speranzosa – un pettine, per rimettersi un po' a posto, e magari qualche vestito carino, alla moda, che deve ripulirsi un po'”. La ragazza saltellò battendo le mani, evidentemente voleva proprio quelle cose.
“Ok – disse Alfredo, sempre più smarrito – ma adesso... cosa succede?”.
“Adesso io prendo questa” – Penna-rossa sfilò la torcia di Alfredo e gliela puntò in volto – “poi, tu vai dentro” – schioccò le dita e riapparve l'immensa fila che aveva visto poco prima, anche se stavolta le persone non erano le stesse, Gabriella non era più dove era prima, anche se gli parve di vederla qualche metro più in giù. Istintivamente si lanciò verso di lei, ma fu bloccato per la seconda volta in pochi minuti. Ormai era al limite della sopportazione: vederla lì, a pochi metri, e non potersi muovere per raggiungerla era una tortura indicibile. Provò a chiamarla, ma la ragazza – che evidentemente tanto stupida non era – aveva intuito le sue intuizioni e, da dietro, gli tappò la bocca con la mano. Non potè non notare che la pelle della tipa puzzava terribilmente di piscio.
“Ancora non ho finito” – disse Penna-rossa tenendolo incollato al muro - “Adesso puoi andare dalla tua donna, puoi portarla fuori di qui, ma non potrai mai portarla fuori da questa radura capito? Il bosco, le montagne qui dietro e tutto quello che c'è dopo per lei sono tabù, chiaro?”
La ragazza gli liberò la bocca, Alfredo soppresse un conato di vomito prima di rispondere: “S-sì, sì, tutto chiaro. Posso andare ora?”.
“Ancora non ho finito. Per nessun motivo dovrai mai toccare o anche solo sfiorare lei o qualsiasi altra persona con cui entrerai in contatto qui dentro, chiaro?”.
“Ma.. come...”
Il tipo percepì tutta la sua delusione, ma non si intenerì più di tanto, il tono continuava ad essere duro e perentorio: “Scordati baci, carezze e quant'altro, per quelli accontentati dei tuoi ricordi. Le potrai parlare e niente di più”. Aumentò la stretta sul collo di Alfredo, fissandolo ancora negli occhi, stavolta il suo sguardo era totalmente rosso, rosso come l'inferno. “Se non farai come ti ho detto le conseguenze saranno terribili, per lei, per noi e, soprattutto, per te. Chiaro?”.
“Sì, sì, è tutto chiaro”.
“Allora vai.”
I due lo lasciarono libero. In un attimo tutta la rabbia, il terrore, la speranza che gli avevano squassato cuore e viscere fin lì sparirono, e come liberato d'improvviso da una gigantesca zavorra Alfredo si sentì schizzare verso l'alto, leggero, e, per la prima volta da mesi, incredibilmente felice. L'ansia che lo aveva tormentato da quando era uscito di casa lo aveva del tutto abbandonato. Assaporò ogni singolo passo, ogni minima contrazione dei suoi muscoli, percorrendo quei pochi metri che lo separavano da lei.
Avvicinandosi percorreva con lo sguardo il suo volto, i suoi lineamenti, riconoscendo i minuscoli dettagli che aveva scoperto e amato negli anni passati assieme. Quel modo vezzoso di stare in piedi, le fossette vicino agli occhi, le mani piccole e tonde, quasi da bambina.
Non notò che era vestita in maniera diversa da quando l'aveva rivista per la prima volta, pochi minuti prima, e che ora non aveva nessuna borsetta; e non diede peso al suo sguardo assente e alla sua apparente inconsistenza.
Era troppo impegnato a riassaporare dopo tanto tempo il gusto della felicità.
Nonostante tutto impiegò pochi istanti a raggiungerla. Adesso era accanto a lei, estasiato dalla vista di quel profilo che tante volte aveva accarezzato. Provò a chiamarla ma non ottenne risposta.
“Gabriella....sono io... Alfredo...”. Riprovò.
La ragazza si girò, guardò nella direzione di quello che era stato il suo uomo, ma per Alfredo fu come se le stesse guardandogli attraverso, tanto quegli occhi erano privi del seppur minimo alito di vita.
“Gabriella... sono io, vieni con me, ti porto via... ti porto fuori....”. Si sentiva sull'orlo di una crisi isterica. Gabriella era lì, a non più di venti centimetri da lui, ma non dava segni di vita né tantomeno di riconoscerlo. E lui non poteva toccarla! Avrebbe voluto afferrarla e portarla via di peso, nella loro casa, e riportarla in vita a forza di baci, ma la minaccia del tipo ancora gli risuonava nelle orecchie. E comunque, per quanto felice di ritrovarsi di nuovo accanto alla sua amata, il fatto di essere circondato da morti lo inquietava non poco.
All'improvviso però si accorse che la strana ragazza del gruppo di poc'anzi stazionava accanto a lui. Emise uno dei suoi strani versi, e Gabriella sembrò ridestarsi dal suo torpore: alzò i suoi occhi assenti in risposta a quella che sembrava essere una chiamata.
La ragazza articolò altri suoni. Alfredo non capiva una parola, ma intuì che stava invitando Gabriella a seguirlo.
Finalmente lei lo guardò. Per un attimo i suoi occhi grigi brillarono di una luce familiare, prima di tornare nel torpore. Dopo di che Gabriella mosse un passo verso di lui.
La ragazza parlò di nuovo. Stavolta ce l'aveva con lui.
Con un gesto inequivocabile lo invitò a dirigersi verso l'uscita.
Obbedì meccanicamente, più smarrito che mai. In quel momento probabilmente si sarebbe anche gettato nel fuoco, se solo qualcuno glielo avesse ordinato.
Mosse due passi e capì, dal rumore dietro di lui, che Gabriella lo stava seguendo. Non osò girarsi a guardare: Penna-rossa non aveva detto niente al riguardo, ma nel dubbio – memore della storia del povero Orfeo – preferiva aspettare di essere fuori prima di rivolgere lo sguardo alla sua Gabriella, d'altronde si trattava solo di pochi metri.
Guardò però la strana ragazza che in qualche maniera lo aveva aiutato.
Era lì, immobile con le mani giunte sul petto, guardava tutta la scena con un sorriso dolcissimo, mentre due grossi lacrimoni le solcavano il viso che, se ne avvide solo ora, non era affatto brutto, anzi.
Nessun dubbio, era commossa.
Alfredo non ebbe il tempo di compiacersi per l'empatia dimostrata da quella che, fino a quel momento, aveva considerato alla stregua di un carnefice o di un carceriere, che si trovò fuori.
La morbidezza dell'erba sotto i piedi e un leggero venticello sul viso lo fecero sentire vivo come non mai, ma non si concesse che un istante, poi si voltò.

continua...

3 commenti:

Il Gabbrio ha detto...

Veramente bello...ma il tuo era un sogno o un incubo? Scritto benissimo, ci si potrebbe fare un fumetto!

Stefano ha detto...

bella domanda! per il fumetto... se hai tempo da perdere perché no?

Gisel_B ha detto...

accidenti capo, mi sta coinvolgendo tantissimo. davvero bello e un fumetto ce lo vedo pure io!
bacio e attendo il seguito