mercoledì 12 marzo 2008

Falso d'autore




Il mio primo incontro con il Mago avvenne su un campetto polveroso della bassa Ciociaria. Io ero un promettente centravanti con il miglior piede sinistro che si fosse mai visto tra il fiume e l’autostrada, lui l’uomo a cui la dirigenza aveva affidato le nostre speranze di riscossa per quell’anno, il mio primo con la squadra dei grandi. Si spacciava per argentino, ma in realtà era nato a Tropea da un marine in libera uscita e una donnina piena d’amore verso il prossimo e un tariffario più che conveniente, e in Argentina c’era scappato a 15 anni, dopo aver mancato di rispetto alla ragazza sbagliata. Questo tuttavia, lo scoprimmo solo molti anni dopo.
Lo chiamavano il Mago perché di lui si raccontavano aneddoti leggendari: aveva insegnato a giocare a pallone ai giganti della Terra del Fuoco e allenato due giovanissimi Kempes e Maradona. Poi, per qualche misterioso motivo, aveva ricevuto un foglio di via ed era stato imbarcato sulla prima nave diretta in Europa. Per ingaggiarlo tutto il paese si era autotassato, d’altronde da troppi anni il nome della nostra squadra faceva sorridere anziché incutere timore.
Quel giorno che incontrai il Mago stavamo giocando un’amichevole contro la squadra dell’alto lato del fiume. Era una partita d’allenamento, ma tra i due paesi c’erano rivalità che risalivano ai tempi di Enea profugo dall’Asia minore, e quindi l’arbitro aveva espulso due dei nostri e due dei loro, e io ero entrato per sostituire il nostro centravanti, messo fuori causa da un gancio del terzino avversario. Eravamo sullo 0-0 quando l’arbitro assegnò agli avversari un calcio di punizione dal vertice destro dell’area. Il portiere posizionò la barriera, l’ala destra avversaria misurò i passi della rincorsa e l’arbitro mise il fischietto tra le labbra, quando l’aria fu scossa da un urlo disumano. Il mago aveva gettato a terra la sua Gauloises, il suo berretto e adesso saltava forsennato a piedi uniti su quella strana accoppiata, lanciando improperi contro il mondo e, soprattutto, contro il nostro portiere.
“La barriera mettila sul secondo palo! - Gli gridò – e tu pensa a coprire il primo, non vedi che questo è un mancino?”
La barriera sul secondo palo era una delle sue principali innovazioni tattiche: un mancino, da quella posizione, può solo tirare sul primo palo, e se il portiere è piazzato, la palla non entrerà mai.
Il portiere eseguì, arbitro e avversari osservavano il tutto perplessi, e il gioco poté riprendere solo quando Il Mago accese soddisfatto un’altra Gauloises e si sistemò il berretto sulla chioma fluente.
A quel punto Ciccio il macellaio, terzino della squadra avversaria, si portò sul pallone. Allontanò con una spinta il talentuoso funambolo che si apprestava a calciare e prese una rincorsa lunghissima. Al fischio dell’arbitro partì al galoppo, il terreno tremò come scosso da una mandria di bufali e lui prese il pallone dritto nel mezzo, con la punta dello scarpino, come solo i veri terzini sanno fare. La palla schizzò diritta tra il primo palo e la traversa, ponendo fine alla pacifica vita di una colonia di ragni che lì viveva da tempi ormai dimenticati.
La Gauloises e il berretto finirono di nuovo nella polvere e la nostra stagione cominciò nel peggiore dei modi.

6 commenti:

Gisel_B ha detto...

molto simpatica, anche se io personalmente aborro il calcio...

ps: ste, cancella il commento di guhn, fa dei casini... :)

Il Gabbrio ha detto...

Finalmente!!!
Molto bello, anche se non capisco una mazza di calcio, ma mi è piaciuto molto!!!

Anonimo ha detto...

Finalmente hai ricominciato a scrivere!!Io ho bisogno di un maestro esercitato per poter imparare al meglio...Comunque molto carino il racconto,anche se tu hai una vera e propria fissa per quelle sigarette francesi...

Spiridion ha detto...

Da cialtrone nella pratica ma appassionato/maniaco nella teoria non posso che apprezzare questo raccontino sul quel maledetto pallone che sono vent'anni che lo vedo rotolare da una parte all'altra del campo.

Voglio il seguito...

Stefano ha detto...

quanta bella gente! grazie a tutti!
per giulio, il seguito non era previsto, ma quasi quasi

rainwiz ha detto...

Vogliamo il secondo capitolo...
Vai Osvaldo!